Keira Knightely e le principesse Disney

La Disney, come ben saprete, è da sempre presa di mira dalle femministe per i modelli "sbagliati" che propone, e cioè il "franchise" delle principesse, viste come il male assoluto, una tortura psicologica che obbliga le bambine a vestirsi di rosa e a star lì ad aspettare il principe azzurro. Persino un' attrice come Keira Knightely, che in parte deve il suo successo anche alla Disney e alla trilogia di Pirati dei Caraibi, si è scagliata contro la Disney, arrivando a proibire alla figlia di vedere la maggior parte dei classici d'animazione, salvando pochi film tra cui, ovviamente, il tanto osannato Frozen; questo film è diventato un vero e proprio "fenomeno", il film che tutte stavano aspettando, l'unico in cui la protagonista non viene salvata da un uomo, e trionfa l'amore tra sorelle al posto di quello tra uomo e donna. Elsa è diventata l'icona femminista per eccellenza, solo per aver pronunciato la frase: "non puoi sposare un uomo che hai appena conosciuto".
Ma davvero le principesse Disney che hanno preceduto Elsa sono dei cattivi esempi? E Forzen rappresenta davvero una svolta femminista?
In realtà, tenendo conto dell'anno di produzione, non possiamo fare a meno di notare quanto tutti i classici Disney siano progressisti, tanto è vero che durante il Maccartismo Walt Disney ha avuto dei problemi, poiché ritenuto "comunista".
Le figure femminili Disneyane sono tutte ben caratterizzate a partire dalla primissima principessa, Biancaneve, che si innamora del suo principe perché, nel 1937, non stava bene che venisse baciata da uno sconosciuto e checché ne dicano, è in realtà un esempio positivo: è vero che fugge in lacrime (ma sfido io a trovarvi da sole nella foresta di notte a non piangere), ma poi al mattino la prima cosa che fa è asciugarsi gli occhi e pensare al da farsi; è propositiva e cerca una soluzione, proponendo la sua forza lavoro in cambio dell'ospitalità dei nani.Per non parlare dei vari personaggi "secondari", come le buone fate della bella addormentata nel bosco, Flora Fauna e Serenella che salvano letteralmente il principe Filippo dalle grinfie di Malefica, o la vulcanica Lady Cocca di Robin Hood, che stende i rinoceronti a colpi di judo.
Ma sofferiamoci in particolare sulle due principesse più accusate dalla Knightely, cioè Cenerentola e la Sirenetta.
Keira Knightely ha dichiarato che oggi Elsa farebbe un "bel discorsetto" ad Ariel, che rinuncia a tutto, in particolare alla sua voce per un uomo. Ma è davvero un personaggio così negativo? In fin dei conti è lei a salvare, per ben 2 volte, il principe: vero è che è Eric ad uccidere Ursula, ma se non fosse stato per Ariel sarebbe annegato, quindi 2 a 1 per Ariel. E poi, sarebbe riduttivo vedere la Sirenetta come una sempliciotta che si innamora a prima vista: è ribelle, intraprendente e coraggiosa, tiene testa a suo padre, Re Tritone e vorrebbe un'integrazione culturale tra il popolo del mare e gli umani, di cui collezionava oggetti e amava le tradizioni ben prima del famigerato colpo di fulmine. Tra l'altro Ariel è ispirata alla fiaba di Andersen, quindi non mi pare il caso di prendersela con la Disney, che anzi ha dato un bello spessore al personaggio che incarna un modello di emancipazione che si svincola dalle idee retrograde del padre per cercare l'autodeterminazione e trovare il modo di essere sé stessa.
Infine c'è la principessa più bistrattata di tutte, Cenerentola. Devo ammettere che da bambina era quella che amavo di meno, perché la ritenevo "passiva" nei confronti di matrigna e sorellastre, ma da adulta mi sono molto ricreduta, anche grazie al live action, col suo motto: "Sii gentile e abbi coraggio". Può sembrare una frase vacua, ma a ben vedere non c'è niente di più difficile che restare gentile e pura di cuore in un mondo che fa di tutto per sporcarti l'anima. Cenerentola sembra indifesa, ma in realtà non si piega mai di fronte all'arroganza delle sue aguzzine. Tanto per cominciare non si fa mai vedere sconfitta, non da mai alle tre arpie la soddisfazione di vederla in lacrime. Piange solo alla fine, dinnanzi all'ennesima ingiustizia subita, e anche allora aspetta di essere sola per sfogarsi e piangere, dimostrando orgoglio e amor proprio fino alla fine.
Dunque, perché Elsa viene considerata l'icona femminista della Disney per aver pronunciato mezza frase mentre le altre non solo non vengono considerate femministe ma addirittura antifemministe solo perché alla fine si innamorano e si sposano?
Elsa è estremamente fragile: sembra forte ma non lo è, non fa che fuggire dai problemi, quindi non mi pare proprio un "esempio femminista". I personaggi di Frozen sono ben strutturati, in quanto veri, umani; la fragilità di Elsa, nascosta da un muro di rigidità, che ha eretto solo perché non è in grado di gestire le emozioni, è struggente; crede di esser diventata padrona del suo destino, come dice nella canzone, ma non lo è affatto: sta semplicemente evitando il problema chiudendosi in sé stessa, e non mi pare un grande esempio. Si tratta di una ragazza sola e spaventata, per cui non si può fare a meno di provare empatia, ma non è certo un'icona femminista.
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