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Carlotta Rossignoli si laurea in medicina a 23 anni. Ma il web non gradisce.


Modella, influencer e aspirante cardiologa. Le milleuno skills della giovane veronese, già diplomanda al Liceo Classico con un anno in anticipo, non finiscono qui. In un video, del suo canale emergente, la si vede anche alle prese con un pianoforte e...non è per niente male. Insignita dell'onorificenza di Alfiere del lavoro, nel 2017, dall'attuale presidente Mattarella, oggi si consacra ragazza prodigio a 360 gradi. Tuttavia, come all'epoca furono in pochi, oggi diviene anche bersaglio di feroci critiche e insulti dal popolo del web.

La domanda che sorgerebbe spontanea, in chi non conosce la vicenda, è di sicuro: "come mai un orgoglio nazionale desta tanto rancore nella popolazione?". Ovviamente, i sostenitori della giovane si appellano all'invidia e all'ignoranza sociale, che imperversa sulle piattaforme di condivisione, non nuova a queste campagne punitive. Pensiero che non è affatto sbagliato, per noi, da parte di chi si schiera in sua difesa. Tuttavia, l'analisi dei commenti tira fuori delle tesi meno generaliste e più specifiche sull'invalidità di tale beatificazione. Accuse (da noi considerate del tutto infondate, prive di qualsiasi prova che le avvalori) riguarderebbero testimonianze di presunti compagni di corso, che vedrebbero sospette le dinamiche che hanno caratterizzato il suo percorso di laurea (esami, incontri e la seduta stessa). A ciò si aggiunge il casus belli contenuto nell'ultima dichiarazione di Carlotta alla stampa: "Per me il sonno è tempo perso". Da aspirante cardiologa, attenta alla salute e allo stile di vita dei pazienti, il giudizio del popolo di Internet non poteva che essere inesorabile. Non possiamo nascondere la nostra perplessità su questa affermazione poco consona, sebbene ci teniamo ben lontani dal prendere parte ad altre accuse a riguardo, diffuse da screen di commenti anonimi e non. La frase, però, non mi sento affatto di perdonarla. Ritmi frenetici, una sempre più diffusa instabilità mentale e fisica di chi si sottopone ad una corsa per la propria crescita personale, rendono ben poco lusinghiera l'uscita della giovane che, involontariamente (o forse no, boh), ha esaltato un modello di ispirazione nazionale estremamente nocivo e degradante per chi nuota nella normalità e lotta per superare i propri limiti. Una mossa un po' filosovietica, oserei dire, di "stakanoviana memoria" (per non dire altro), quella di promuovere un modello di sacrificio (almeno apparentemente) in un'Italia che arranca, per errori della stessa generazione della quale Mattarella fa orgogliosamente parte. Oggi ci si volta dall'altra parte dinanzi ai numerosi suicidi di studenti fuori corso e milioni e milioni di giovani precari, appartenenti ad una borghesia che non arriva a fine mese e che introduce i propri figli in un sistema corrotto dagli anni 60 e che, forse, ancora oggi, non ha smesso di esserlo. Detta in maniera semplice: sembra una sciocchezza quella che ha detto ma, in realtà, è di una pericolosità allarmante, tanto quanto l'onorificenza a lei assegnata. Speriamo di sbagliarci.

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