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Netflix e Disney fuori dalla Russia. Perché è importante?

È quasi una settimana, ormai, che il mondo dello sport, compatto e risoluto, ha allontanato ogni suo interesse verso la realtà russa. Ciò ha scaturito un'ideologica presa di posizione di ognuna di queste realtà non necessariamente legate alla politica. La parola d'ordine è "mi dissocio da Putin", per venirne fuori puliti. L'abbiamo spiegata con una banalità disarmante la faccenda, ma eccoci arrivare al punto del discorso: ora che realtà come Netflix, Disney e Warner hanno oscurato i propri servizi in Russia, cosa otterranno?

La prima risposta, sotto ogni post di Facebook, é "niente, se non razzismo". Questo perché, una presa di posizione da parte di quelle realtà non politiche, prima citate, avrebbe come solo risultato l'alienazione di un popolo non necessariamente a favore del suo capo di stato. In più, in ottica di interventismo bellico, nella quale visione è solo l'effettiva coalizione in battaglia quella richiesta da Zelenskyy, si è portati ad avere un parere superficiale sulla politica adottata dai colossi cinematografici. Quello che è oggettivamente accettabile è considerare ciò un'arma a doppio taglio, proprio per la sua effettiva importanza nel conflitto. Aziende affermate, battenti bandiera occidentale, che negano servizi in Russia, si fanno garanti di allontamento economico e culturale della nazione interessata. Se c'è una propaganda anti occidente, effettivamente perpetrata da Putin, alla base di questa crisi europea, un passo verso una disgregazione interna del meccanismo putiniano é sicuramente quello di portare alla luce una forte dipendenza russa al panorama occidentale. Non soltanto economico, ma anche, come detto, culturale, ludico e scientifico. In parole povere "odiate l'occidente, però vi piacciono le nostre serie TV? Eh?". Vabbé, ancora una volta si è banalizzato, al limite di errore, la faccenda. Ma il succo del discorso è legato ad un profondo legame che unisce le molteplici culture, che poco si armonizza con quanto propagandato dal Cremlino in queste settimane. A questo, di sicuro, aggiungiamo il valore economico di tale scelta. Una piattaforma, quanto un film (The Batman), non più destinato al mercato russo è una botta non indifferente per cluster di investitori, distribuzioni, fino al piccolo cinema cittadino. Ideologicamente, vi è un mero processo di isolamento culturale di un popolo che, altro non avrebbe, se non credere e sperare nei propri vertici o allontanarsene. Senza l'intervento armato, questa è la sola linea percorribile. Ma abbiamo parlato di arma a doppio taglio e ce ne prendiamo ogni responsabilità. Sappiamo benissimo che ogni cultura non è nuova ad una "propaganda del nemico di stato", facilmente fraintesa da coloro i quali sono poco avvezzi al ragionamento. Ecco che se, dalla nostra, l'ombra di un odio razziale, per anni soffocato, offusca nuovamente il nostro futuro, in Russia non può che generarsi un timore per lo stesso e un crescente odio per lo stesso.


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