Quattro chiacchiere con Roberto Bardoni - Autore di "L'uomo che cammina"
Il suo romanzo parla dell’episodio delle Bombe di Savona: quanto c’è di cronaca e quanto è fantasia nel suo romanzo?
Il romanzo è per buona parte frutto della cronaca. I luoghi, le caratteristiche degli esplosivi, le date e gli orari, e la risposta della cittadinanza, rispecchiano ciò che è avvenuto realmente. Dalla mia fantasia nascono la rielaborazione dei personaggi e le loro storie personali.
Il protagonista del suo romanzo è il detective Pirandello. Come è nato questo personaggio? Si ispira a qualcuno di realmente esistente o è frutto totale della sua fantasia?
Poiché il romanzo racconta fatti realmente accaduti, che possono riportare indietro ricordi non belli a chi li ha vissuti, ho voluto bilanciare la storia con un protagonista più leggero che però nasconde una certa profondità. Non un bello e dannato, ma un bello e simpatico.
Ogni scrittore ha il suo modus operandi: ci vuole rivelare il suo? Quanto tempo ha impiegato per scrivere il suo romanzo? Preferisce scrivere in determinate fasce orarie? Come gestisce il suo lavoro?
Il modus operandi che uso è principalmente il lavoro di ricerca sulla storia o l’argomento che voglio raccontare. Quando ho completato questa fase, passo a scrivere la storia di fantasia con lo sviluppo dei personaggi e delle vicende.
Per scrivere il romanzo ho impiegato circa sei o otto mesi.
Preferisco scrivere al mattino, quando la mente è più fresca, anche se le idee possono arrivare in qualsiasi momento della giornata o della notte. In genere, la mattina scrivo e nel pomeriggio “digerisco” il lavoro fatto valutando se il tutto gira. Il giorno dopo, prima di dedicarmi alla parte nuova, rileggo ancora lo scritto del giorno precedente.

Per non togliere nulla al lettore, non posso dire molto sul destino di Pirandello. Potrebbe riuscire a catturare il dinamitardo, o andarsene in pensione per scrivere libri gialli ambientati nella Londra di inizio ‘900. Magari il dinamitardo riuscirà a scappare, oppure Pirandello morirà con lui nell’ultima esplosione. Chissà!