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Zuckemberg minaccia chiusura di Facebook e Instagram in Europa. Spieghiamo meglio.



Da qualche ora la notizia sta rimbalzando lungo il cordone di News feed di tutto il mondo: Mark Zuckemberg annuncia la possibile chiusura delle piattaforme social Facebook e Instagram, appartenenti a Meta, sul territorio europeo. Nulla di più scioccante per aziende, creators, ma anche utenti comuni legati alle suddette piattaforme. Ma tra il sentito dire e l'allarmismo generale, a cosa sono realmente dovute tali dichiarazioni del patron dei social più conosciuti? La questione affonda le radici nella delicata fase di transizione, che vede implicati i rapporti logistici, per la raccolta e salvaguardia dei dati personali di utenti europei su server americani. "L'Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini, tenendo ovviamente conto dei punti di vista espressi dagli operatori economici, ma agisce autonomamente quando deve stabilire i suoi regolamenti", queste sono le dichiarazioni di Eric Mamer, portavoce della commissione europea. Spiegato in maniera più semplice, Meta non ha interessi in un ritiro dal mercato Europeo per futili motivi, la questione riguarda la semplice ricerca di un accordo che regolamenti il flusso di questi dati, da un server continentale all'altro, così come il loro utilizzo. Avendo preso coscienza della moltitudine di informazioni, legate ad aziende ed utenti europei, che ogni giorno viaggiano lungo la rete e vengono immagazzinate in server americani, la pretesa, che suona un po' di minaccia, è quella di un libero utilizzo degli stessi, nel "territorio custode". Questi dati degli utenti europei sarebbero necessari, per diverse aziende americane multinazionali, ai fini di poter garantire una gestione ottimale della loro presenza nel nostro mercato.

Il rapporto di gestione di questi dati, prende (o meglio prendeva) il nome di Privacy Shield. Il quale, nel 2020, è stato sospeso dalla sentenza di Schrems della corte europea, per una mancanza di garanzie valide alla salvaguardia di questi dati. Un duro colpo per l'azienda Facebook (attuale Meta), che ha visto bene, nonostante il fallace approccio diplomatico di Biden dello stesso anno, di affidarsi ad un metodo più "intimidatorio" per chiudere la faccenda. Insomma, chi può gestire questi datI? La risposta la sapremo nei prossimi mesi. Intanto, qualora i rapporti dovessero inasprirsi, se siete ottimi programmatori, quello sarà il momento giusto per scendere in campo con una valida alternativa. Noi ve lo abbiamo detto.


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